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TRE PERSONE A PROCESSO PER I DERIVATI SOTTOSCRITTI DALLA REGIONE PUGLIA CON MERRILL LYNCH. ADUSBEF PREANNUNCIA LA SUA COSTITUZIONE COME PARTE CIVILE



nota dell’avv. Giuseppe Angiuli

 

MLINCH

 

E’ del 14 ottobre scorso la notizia del clamoroso rinvio a giudizio di 3 imputati a conclusione dell’inchiesta avviata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bari e riguardante le operazioni in derivati sottoscritti dalla Regione Puglia nell’ormai lontano 2003 con la merchant bank statunitense Merrill Lynch.

Accogliendo la richiesta formulata dal PM Francesco Bretone, il GUP Annachiara Mastrorilli ha rinviato a giudizio, col capo di imputazione di truffa aggravata, il funzionario di Merrill Lynch Daniele Borrega, il procuratore speciale dello stesso istituto di credito, Maurizio Pavesi nonchè l’avvocato romano Susanna Beltramo che aveva affiancato la Regione Puglia come consulente nella fase di avvio dell’operazione finanziaria.

Inoltre, con lo stesso provvedimento il GUP ha disposto il rinvio a giudizio anche del colosso finanziario nordamericano in riferimento alla dedotta responsabilità amministrativa delle società per gli illeciti dei propri dipendenti, prevista dal decreto legislativo n. 231 del 2001.

Viceversa, è stata respinta la analoga richiesta che il PM aveva avanzato anche nei riguardi di Claudio Zecchi, funzionario dell’istituto Dexia Crediop (prosciolto “per non avere commesso il fatto“) nonchè della stessa banca franco-belga, comunque coinvolta nella complessa operazione finanziaria ancorchè non nella specifica parte inerente i derivati.

La tesi accusatoria sostenuta dalla Procura barese e accolta dal Giudice dell’udienza preliminare si fonda sull’assunto secondo il quale l’ente regionale sarebbe stato vittima di raggiri ed artifizi per non essere stato adeguatamente messo al corrente delle condizioni della complessa operazione finanziaria conclusa nel 2003.

Più in particolare, ai funzionari bancari è stato contestato di avere violato i generali “obblighi di comportarsi con diligenza, correttezza e professionalità nonché di informare compiutamente il cliente sulle operazioni finanziarie proposte” e di avere inoltre attestato “una falsa convenienza economica dell’operazione finanziaria“.

Il derivato swap era stato negoziato dalla Regione Puglia in correlazione ad una emissione di bond a scadenza ventennale per un valore di 870 milioni di euro, collocati da entrambe le banche straniere. La dichiarata finalità politica dell’operazione era connessa alla necessità di ripianare il cospicuo deficit sanitario accumulato dall’ente regionale.

Nel corso della stessa inchiesta, nel 2010 la procura barese era anche riuscita ad ottenere un provvedimento di sequestro preventivo a scopo cautelare di beni e titoli nella disponibilità delle banche coinvolte per un valore di circa 73 milioni di euro.

Successivamente, nel 2012, la Regione Puglia aveva raggiunto una transazione con le banche con cui era stata chiusa la partita da un punto di vista strettamente civilistico.

In vista del dibattimento, che prenderà il via il 12 febbraio 2015 dinanzi al giudice monocratico Francesco Pellecchia, l’ADUSBEF, la nota associazione consumeristica già protagonista di mille battaglie contro le banche ed a difesa dei consumatori, per bocca dei suoi legali avv. Antonio Tanza, avv. Pierfilippo Centonze e avv. Giuseppe Angiuli, preannuncia la sua volontà di costituirsi come parte civile in questo importante processo, in rappresentanza degli interessi della collettività pugliese.

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