TRUFFA DERIVATI: NEL PROCESSO PENALE (TRIBUNALE DI BARI) DELL’IMPRESA DIVANIA CONTRO UNICREDIT, ADUSBEF E’ STATA AMMESSA COME PARTE CIVILE
Comunicato stampa
Nella quinta udienza svolta ieri a Bari contro 20 dirigenti di Unicredit rinviati a giudizio dal Pm Isabella Ginefra) ed accusati di aver causato il fallimento dell’azienda Divania spa di Modugno (che dava lavoro ad oltre 400 dipendenti) facendo sottoscrivere al titolare prodotti finanziari ad altissimo rischio senza informarlo dei rischi connessi all’operazione ed accusati di truffa aggravata, appropriazione indebita, estorsione, Adusbef è stata ancora una volta l’unica ad essere stata ammessa come parte civile.
La truffa complessiva ipotizzata dalla procura di Bari si aggira intorno ai 15 milioni di euro. Gli imputati sono accusati di aver contribuito a causare il dissesto finanziario dell’azienda Divania Spa di Modugno facendo sottoscrivere al titolare prodotti finanziari ad altissimo rischio senza informarlo adeguatamente dei rischio connessi all’operazione, ma proponendoli anzi come sicuri. Per effetto di quelle operazioni finanziarie azzardate, nel 2006 (a distanza di 6 anni dall’inizio della sottoscrizione), l’azienda è stata costretta a chiudere, licenziando 430 operai, pur essendo riuscita ad evitare il fallimento.
Tra gli imputati figurano due componenti del Cda dell’istituto di credito, i quali, secondo l’accusa, “ideavano, ingegnerizzavano ed implementavano prodotti finanziari derivati “over the counter”, scambiati sui mercati non regolamentati. Altri 10 imputati, tra i quali il ‘responsabile erogazione crediti della direzione regionale centro sud Roma’, della Unicredit Corporate Banking spa, il ‘responsabile della direzione regionale centro sud Roma’ della Unicredit Corporate Banking spa e i responsabili, con diverse mansioni, delle filiali di Bari Zona Industriale e Bari via Putignani, “si occupavano – si legge nel capo di imputazione – della rimodulazione dei prodotti truffaldini (già offerti e collocati tra il 1998 ed il 2002 da altri colleghi, nei cui confronti il reato si è prescritto, alla clientela del Credito Italiano/Unicredit Banca fino a dicembre 2002 e, da gennaio 2003,Unicredit Banca d’Impresa divenuta, il 1 aprile 2008, Unicredit Corporate Banking spa)”.
Tre dei 20 imputati sono inoltre accusati di estorsione. In particolare i tre avrebbero costretto il titolare dell’azienda a impegnarsi a corrispondere all’istituto di credito la somma di 4,5 milioni di euro, spingendolo a sottoscrivere con un pool di banche e quale capofila la Unicredit Banca d’Impresa Spa, la Convenzione interbancaria del 7 giugno 2005 con la quale, oltre ad assumere altre ulteriori obbligazioni con le altre banche firmatarie, il titolare Francesco Parisi veniva costretto ad assumere l’impegno di costituire una nuova società denominata Parco don Vito srl, con la quale acquistare l’immobile di proprietà di Divania e stipulare un mutuo fondiario dell’importo di 10 milioni di euro, tra la Parco Don Vito Srl e la Unicredit Banca d’Impresa Spa a garanzia del buon fine di tutte le obbligazioni assunte da Divania Srl con la Convenzione.
Nel corso dell’udienza, in cui diverse associazioni (tra le quali Codacons, Codici, Associazione Antiracket ed Antiusura) avevano fatto richiesta di costituzione di parte civile, il GUP dottor Di Paola, dopo aver elencato i requisiti di cui le associazioni devono avere per poter essere ammesse nel processo penale, ha ammesso soltanto Adusbef, difesa dall’avvocato Antonio Tanza, Vicepresidente Nazionale e Presidente Regionale pugliese di Adusbef, ed Adusbef Puglia- difesa dall’avv. Vincenzo Laudadio, in quanto le uniche in grado di soddisfare i criteri fissati dalla legge e di dimostrare il possesso dei requisiti di rappresentatività, tutela dei diritti collettivi, espletamento negli anni precedenti di attività svolta a tutela dei consumatori e delle imprese nel settore del credito e del risparmio in genere (settore bancario e finanziario), nonché in ragione dei requisiti di anzianità di costituzione (costituzione Adusbef anno 1987).
Il provvedimento si inserisce nella lunga lista di provvedimenti giudiziari in cui Adusbef viene riconosciuta come parte civile nei vari processi penali contro alcune banche,che avevano appioppato derivati avariati ad imprese ed enti locali, nei procedimenti in corso (da Acqui Terme a Milano).
Elio Lannutti (Presidente Adusbef)
Roma, 27.9.2012
link: http://www.adusbef.it/consultazione.asp?Id=8610&T=P